Vendesi ampio complesso industriale a Montichiari

Via Madonnina 68, Montichiari
Vendita €1.990.000,00  
5500 mq

Vendesi ampio complesso industriale a Montichiari

A Montichiari vicino al raccordo della tangenziale, vendesi ottimo complesso immobiliare, composto da due unità distinte, volendo vendibili separatamente.
CORPO A composto da:
Capannone mq. 2.400;
Uffici su tre livelli mq. 700;
Tettoie e depositi di mq. 380;
Due appartamenti con balconi e terrazzi di mq. 380;
Locali interrati mq. 200;
Area esterna mq. 8.400.
COPRO B composto da:
Capannone mq. 650;
Uffici mq. 210;
Tettoie e depositi mq. 320;
Appartamento con terrazzo mq. 160;
Area esterna mq. 2.800.
Classe Energetica G – indice di prestazione energetica 320,00 kWh/m² anno

Montichiari sorge in un territorio pianeggiante, con scarsi rilievi collinari, che può essere suddiviso in tre grandi parti: una centrale limitata alla zona in cui le acque del Chiese (sin dalla glaciazione di WurmX millennio a.C.) rendono maggiormente fertile il terreno e altre due, (una più ad est e l’altra più ad ovest) di origine glaciale, caratterizzate da rilievi e dalla maggiore assenza d’acqua. Il suo territorio confina ad est con Castiglione delle Stiviere (MN), a nord-est e nord con Calcinato, a nord-ovest con Castenedolo, a ovest con Ghedi a sud-ovest con Calvisano e a sud-est con Carpenedolo.

L’altitudine della città oscilla tra 71 m e 149 m s.l.m. (di norma, come altitudine media, viene preso il dato registrato nei pressi del comune che è di 104 m s.l.m.)

A seguito dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003, ritoccata dalla giunta regionale n. 2129 del 21 luglio 2014, Montichiari è stata posta nella zona 3 (“sismicità bassa che può essere soggetta a scuotimenti modesti”).

Il corso d’acqua più rilevante che scorre a Montichiari è il fiume Chiese che nasce nel Trentino presso la Val di Fumo. Le sue acque sono da sempre utilizzate per l’irrigazione dei campi e delle colture, ma anche nei processi industriali. Dal ‘900, però, in seguito alla continua diminuzione delle acque nel letto del fiume in estate, dovuta alla siccità e al massiccio utilizzo, si è fatto ricorso ai bacini d’acqua sotterranei presenti nel sottosuolo della città (in particolare nella frazione di Novagli). Proprio in questa frazione si attuò, sin dal XV secolo, un intenso disboscamento per bonificare i terreni (Novagli deriva appunto da questo “rinnovamento” della terra detto, in origine, “Novalia”).

Dal XV secolo prese il via un lento programma di costruzione di canali per tutto il territorio monteclarense, partendo dalla zona posta più a nord fino a quella più meridionale, che, ancora nel XVII secolo, era però arida o paludosa. La sponda sinistra al Chiese (quella più ad est) fu la prima ad essere interessata dalla costruzione di canali come il Vaso Reale che copre una superficie di 145 ettari nella parte più a sud-est della città, o come il Vaso Bagatta (successivamente diviso in 6 sottogruppi e costruito nel 1749) che irriga una superficie di oltre 1 000 ettari nella parte a nord-est. Da metà del ‘700 i canali fecero la loro comparsa anche nella sponda di destra (Vaso di Santa Giovanna di circa 800 ettari, il Vaso di Canalone di 572 e il Vaso di Seriola Nuova della stessa superficie del precedente).

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